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Vincere assieme

qualche appunto sul paradigma vita tua vita mea

venerdì 27 marzo 2020, di Marcello De Vita

quanto segue è qualche appunto per aiutare il nostro pensiero a spaziare oltre il paradigma mors tua vita mea verso vita tua-vita mea [1]

Paradigmi di gestione dei conflitti

Quando siamo in conflitto con qualcuno, ad esempio quando abbiamo punti di vista differenti su una azione da intraprendere, siamo abituati a pensare che, nella misura in cui la avrò vinta io, l’altro sarà insoddisfatto, e viceversa.

Questo modo di pensare ha origini antiche, ed è legato a momenti storici in cui il potere e la ricchezza erano collegati al suolo: la quantità di terra a disposizione in un certo territorio era limitata. Più ne avevo io meno ne avevi tu: mors tua, vita mea.

Il problema è che tendiamo ad applicare lo stesso schema di pensiero anche in situazioni molto differenti, dove le risorse non sono necessariamente materiali e finite.

Oggi poi, in un mondo e una società sempre più interconnessa e globalizzata, i problemi altrui diventano presto o tardi i miei problemi, come accaduto per la crisi finanziaria della Lehman Brothers e come sta accadendo oggi per la pandemia da covid-19.

Applichiamo il paradigma "mors tua, vita mea" alla maggior parte delle situazioni, ma esistono almeno quattro paradigmi del conflitto:

Ma cosa significa provare a pensare secondo il paradigma vincere-vincere?

il campo del conflitto non è unidimensionale

Supponiamo di avere la parte A in conflitto con la parte B.

B sostiene il punto di vista Q e A sostiene il punto di vista P.

Generalmente ci rappresentiamo il conflitto come un tiro alla fune su una linea, la linea PQ.

Siamo portati a immaginare la "soluzione" del conflitto come un punto Z compreso tra P e Q che dipende dalla forza relativa di una parte rispetto all’altra

Questa è una rappresentazione in cui tutto ciò che guadagna una parte va a scapito dell’altra.
Cerchiamo su questa linea un "compromesso" che non soddisfa mai completamente ne l’uno nè l’altro.

Ad esempio una coppia deve decidere dove passare le vacanze estive. Lei vuole andare in montagna, lui al mare. I due punti di vista sono inconciliabili. _ Eppure c’è un forte interesse comune a risolverlo senza schiacciare l’altro: la coppia vuole passare assieme le vacanze, e se uno segue l’altro di pessimo umore le vacanze saranno un inferno per entrambi.
Ma spesso, una volta aperto il conflitto, dimentichiamo l’interesse comune che ci contiene e accomuna.

Il conflitto può essere immaginato però anche in altri modi.

Rappresentiamolo nel modo seguente, aggiungendo una dimensione [2]:

Gli assi orizzontale e verticale rappresentano il grado di soddisfazione delle due parti A e B in un scala da 0 a 100%.

Se, attraverso la comunicazione franca e efficace, ci si sposta dal confronto dei punti di vista (punti P e Q), alla condivisione di motivazioni, esigenze e bisogni sottostanti, è possibile trovare punti di incontro che tengano conto della maggior parte delle esigenze di tutte e due le parti:

- Nei diagrammi a margine si mostra come un punto possa contenere ragioni sottostanti di entrambe le parti, ma queste ragioni possono prendere un’altra "forma" rispetto ai punti P e Q,
- il punto D soddisfa al 100% sia le esigenze di A che di B
- il punto C rappresenta il convenzionale compromesso in cui entrambe sono contenti e scontenti al 50%
- il punto E soddisfa A solo al 50% e B al 20%, hanno perso tutti e due...

Il concetto "mors tua vita mea" gioca solo sulla linea gialla QP ma il triangolo verde QPD contiene punti per cui la somma delle soddisfazioni di A e B è maggiore del 100% .

E’ questo il triangolo del vincere vincere.

Il triangolo arancio OPQ è quello in cui tale somma è minore al 100%. E’ questo il triangolo del perdere perdere (se non sono contento io non lo devi essere neanche tu).

La teoria dei giochi

Altri esempi sono studiati in teoria dei giochi, una branca della matematica che permette di schematizzare e analizzare differenti strategie in situazioni competitive.

Il famoso matematico John Nash, Premio Nobel per l’economia nel 1994, ha dato contributi significativi in questo campo.

La teoria dei giochi mostra che nella vita sociale sono poche le situazioni schematizzabili con giochi a somma zero [3]

Esempio classico ne è il dilemma del prigioniero:

Due persone sono accusate di aver commesso assieme un reato. Gli investigatori li arrestano entrambi e li chiudono in due celle diverse impedendo loro di comunicare. Ad ognuno di loro vengono date due scelte: confessare l’accaduto, oppure non confessare. Viene inoltre spiegato loro che: 1. se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l’altro viene però condannato a 7 anni di carcere. 2. se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni. 3. se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno.

La tabella riporta gli effetti della strategia di ciascun imputato, e il risultato che si ha a seconda delle strategie scelte dai due.

confessa non confessa
confessa (-6,-6) (0,-7)
non confessa (-7,0) (-1,-1)

Il singolo si trova a pensare che se non confessa e l’altro lo fa, sarà fregato. Così ciascuno è portato a confessare. Col risultato che entrambi sconteranno una pena pesante.

Eppure, se ci fosse sufficiente fiducia tra loro, potrebbero arrivare a scontare entrambi una pena piccola.

Anche la corsa agli armamenti nucleari nella guerra fredda è stata schematizzata con un simile gioco.

USA e URSS dovevano decidere se correre al riarmo o non incrementare gli armamenti, che comportavano cospicui finanziamenti sottratti ad altri aspetti della vita sociale.
Ma se uno dei due paesi non avesse riarmato si sarebbe trovato in svantaggi militare rispetto all’altro.

La tabella riporta gli effetti della strategia di ciascuna nazione, e i numeri rappresentano il "vantaggio" ottenuto nei vari casi.

riarma non riarma
riarma (-6,-6) (1,-10)
non riarma (-10,1) (5,5)

I trattati hanno cercato di spostare la situazione da (-6,-6) massimo svantaggio per entrambi, a (5,5) massimo vantaggio per entrambi, con risultati solo parziali, in quanto la reciproca fiducia era altrettanto parziale.

Questi esempi, nonostante spesso portati ad argomento dai sostenitori del darwinismo sociale, mostrano invece come la fondata fiducia e la cooperazione possono produrre soluzioni che siano allo stesso le migliori per i singoli attori, e per l’insieme.

Note

[1] vedi articolo e video di Patrizio Paoletti

[2] liberamente tratto da Pat Patfoort "Costruire la nonviolenza. Per una pedagogia dei conflitti" edizioni la Meridiana

[3] in cui ciò che vince uno è sottratto all’altro giocatore

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