Non esiste un protocollo unico e invariabile di relazione.
A titolo di esempio riporto un possibile schema assolutamente non vincolante:
LA RELAZIONE
( La comunicazione scientifica utilizza molti termini del linguaggio comune, ma essi sono definiti con precisione. Lo stile è asciutto, ed essenziale)
- Obiettivo dell’esperimento: che cosa si vuole fare e a quale scopo
- Descrizione ed esecuzione dell’esperienza: brevi indicazioni circa il procedimento adoperato e le operazioni eseguite
- Raccolta ed elaborazione dei dati sperimentali: in opportune tabelle di dati, con calcoli matematici e la eventuale costruzione di grafici
- Presentazione del risultato dell’esperimento: può essere la "misurazione" diretta o indiretta di una grandezza fisica oppure la "conferma"di una ipotesi di correlazione
- Discussione degli errori e delle incertezze sulle misure, di tipo soggettivo, accidentale, sistematico che hanno potuto influenzare negativamente i risultati dell’esperimento
- Conclusioni dell’esperimento: discussione dei risultati e considerazioni critiche, con l’elencazione delle difficoltà incontrate e del giudizio del raggiungimento o meno degli obiettivi preposti
La relazione deve contenere la descrizione delle operazioni di raccolta e di confronto dei risultati, la registrazione accurata di tutte le informazioni via via rilevate sia dal punto di vista algebrico mediante tabelle di dati, sia dal punto di vista grafico mediante diagrammi cartesiani o istogrammi e, soprattutto, deve contenere la discussione del significato e della validità dei risultati rispetto all’ipotesi di partenza
ripeto:
Non esiste un protocollo unico e invariabile di relazione.
Ma quando si vuole comunicare un processo di conferma empirica in laboratorio è necessario attenersi a alcune regole che accomunano il linguaggio della comunità scientifica.
Sta all’intelligenza di chi scrive trovare le modalità più espressive e significative per comunicare il senso di un resoconto sperimentale.
All’interno di una relazione solitamente troviamo dimostrazioni matematiche, uno o più esperimenti realizzati ad hoc, citazioni di risultati con adeguati commenti, ricerche o prove di laboratorio. In essa dunque ci sono richiami teorici, descrizioni di procedure, tabelle di risultati misurati e/o elaborati, formule matematiche, grafici.
Tutto questo materiale è organizzato in modo tale che il lettore possa capire esattamente in tutti gli aspetti l’esperimento eseguito (se ovviamente presente) anche se egli non vi ha partecipato fisicamente e le elaborazioni effettuate sui risultati.
Così ogni gruppo, ammesso che ne abbia la possibilità, può, volendo, riprodurre l’esperimento nelle stesse condizioni e verificare i risultati ottenuti.
Questo però non significa che, nel dubbio o per eccessivo desiderio di essere precisi e completi, si deve mettere nella relazione di tutto, anche i grafici poco significativi, i passaggi matematici banali e i commenti anche a ciò che è superfluo o secondario oppure assolutamente ovvio.
L’organizzazione logica e la sintesi sono molto importanti.
Elementi che dovrebbero essere presenti nella relazione:
1. TITOLO DELL’ESPERIMENTO (conciso e riassuntivo)
2. PROGETTO O SCOPO DELL’ESPERIMENTO (indicazione sintetica del modo in cui si intende procedere)
3. SCHEMA (disegno illustrativo del montaggio dell’apparecchiatura)
4. STRUMENTI E MATERIALI ADOPERATI (descrizione sintetica con indicazione obbligatoria delle principali caratteristiche fisiche degli apparecchi di misura, come la sensibilità S e la portata P dello strumento)
5. TABELLE DI DATI SPERIMENTALI RACCOLTI (con didascalie, unità di misura e indicazione delle incertezze assolute)
6. CALCOLI (elaborazione matematica dei dati e determinazione numerica dell’errore)
7. GRAFICI CARTESIANI (con didascalie, unità di misura, scale e segmentini degli errori intorno ai punti sperimentali)
8. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE (elencazione dei testi, manuali, saggi, enciclopedie, articoli di riviste e URL presenti in Internet eventualmente utilizzati)